Mediazione Sociale ACER… fino a Cervia!


Marzo 2013 – Si allarga anche a Cervia il servizio di mediazione sociale nei contesti abitativi di edilizia residenziale pubblica che il Villaggio Globale svolge su mandato di ACER. E proprio dal lavoro nei condomini e nei quartieri ecco un piccolo racconto di uno dei nostri operatori… “Quasi l’80% degli italiani vivono in case di proprietà. Siamo al di sopra della media europea, una volta tanto! Certo in tanti la dobbiamo contendere ad Equitalia o pagarla poco a poco ad una banca, ma avere una casa è proprio una bella cosa. Noi ci siamo appena trasferiti in un appartamento anni ’60, lo abbiamo sistemato, lo stiamo arredando e abbellendo, pian piano. Lo stiamo conoscendo, e conoscendo il quartiere: è una cosa bellissima, è come cambiare pelle, mi piace!

In questo periodo mi sento particolarmente in empatia con chi viene in ufficio per ricevere una casa popolare: chi è arrivato alla fine della lunga trafila di domande, documenti, graduatorie, magari passando per medici, assistenti sociali, ufficio casa, sindacati… Dopo mesi o più spesso dopo anni arriva nel mio ufficio – all’ACER- e ci rimane al massimo per mezz’ora, prima di firmare il contratto di assegnazione definitiva e di locazione.

“Questo appartamento l’ho chiesto diciassette anni fa! Ero sposata, avevo due figli, lavoravamo tutti e due… Adesso che sono rimasta sola, è arrivata la casa. Non ci speravo più…”. In quei trenta minuti il mio compito è quello di spiegare alla nuova famiglia, ma di solito al solo assegnatario (colui o colei al quale è stata assegnata la casa e che firma poi il contratto di locazione) il regolamento d’uso degli alloggi di ERP, o eventualmente il regolamento d’uso degli alloggi temporanei.“Dell’appartamento non ricordo niente. L’ho visto con Cortese, certo, e ho firmato l’assenso. Ma appena sono arrivata dentro mi è venuto dentro un’emozione che non ho più capito nulla. Mi son messa a piangere… Ero confusa, ti giuro non mi ricordo quasi niente. Mi han chiesto come sono i termosifoni, gli infissi… Non ho saputo rispondere. Son curiosa di tornare, quando mi date le chiavi? Sai, questo appartamento lo aspetto da tanto, tre anni fa sono uscita da un altro appartamento e sono andata a vivere con mia cugina. Ma cosa vuoi, era un posto piccolo e dormivo sul divano. E poi lei ha una figlia, un gatto e due cani… Non ce la facevo più. Ho preso un appartamento ma pago quasi 500 euro e poi ci sono le spese. Il Comune me ne ha già offerto un altro ma era al secondo piano senza ascensore e non ce la faccio a salire, non si vede ma ho un’invalidità. Faccio fatica a fare le scale… Le chiavi me le date oggi?”

Poi ci sono i cosiddetti appartamenti -“parcheggi” che vengono dati a chi ha una emergenza abitativa, e spesso si tratta di persone che vivono per strada da qualche giorno o mese. Il “parcheggio” non è tanto per dare una connotazione negativa, anzi, quanto per ribadire che è una sistemazione provvisoria, e che c’è un regolamento a parte.“Ringrazio dio che finalmente ho una casa. Non ce la facevo più! Sono dieci anni che vivo in un capanno, in mezzo all’acqua. Otto anni con una stufetta piccola, freddo, e l’acqua che viene su ed entra dentro. A volte mi sveglio la mattina non ci faccio caso e metto in piede giù dal letto, nell’acqua alta fino alla caviglia… Che c’ho messo un affare, adesso ne entra di meno ma continua ad entrare. Io appena mi date le chiavi ci vado subito a dormire, e vedrà, mi venga a trovare: ho già pensato come metterlo a posto l’appartamento. Posso fare il pavimento come qui? Quello di adesso non mi piace, pensavo di rivestirlo con un adesivo, a mie spese. (…) No no no! Ospitalità stia tranquillo che non ospito nessuno, con quel che mi è successo… Ho una persona con cui mi vedo, è una brava persona sa. All’inizio veniva al capanno ma poi ci vedavamo in hotel, le dico la verità. Adesso ci vediamo di meno, ma lo andrò a trovare io: a casa mia non ci voglio nessuno. Mi venga a trovare che vedrà che sono una persona pulita, e quando mi chiudo in casa nessuno mi sente, non voglio aver a che fare con nessuno, non ci saranno problemi”.

Ma a parte spiegare il regolamento, e rispondere alle domande, conosco le persone e racconto loro il contesto dove andranno a vivere: non sarà un condominio “neutro”: per vivere bene la nuova famiglia dovrà conoscere e convivere il meglio possibile con tutte le persone che ci sono già dentro, tenendo conto delle loro abitudini e delle modalità di convivenza che hanno, in un modo o nell’altro trovato.“C’è uno che appena mi ha visto mi ha detto per le scale: “guardi che qua ci sono delle regole”. Ma se ha mezzo cortile pieno di ferraglia…!!!” Anche le famiglie che già vivono nel condominio possono partecipare all’inserimento della nuova, arrivando anche a fare accoglienza: dare consigli, dare il benvenuto. Alcuni vicini si aiutano nel momento del trasloco, altri spiegano i turni delle pulizie delle scale e del giardino comune. C’è la spontanea bontà, ma c’è anche la consapevolezza che se si collabora, più si è e meglio è. E le tensioni, i piccoli disagi reciproci e le litigate… beh, sono inevitabili, ma si affrontano meglio se c’è la conoscenza delle regole, l’intenzione di rispettarle e la consapevolezza che per vivere tranquilli ciascuno ci deve metter del suo…”

Piccolo racconto tratto dal blog dell’operatore Andrea Caccìa (loperatoresociale.blogspot.com) sul lavoro di mediazione sociale che Villaggio Globale svolge dal 2011 per ACER Ravenna, l’Azienda Casa Emilia-Romagna della provincia, con gli operatori Andrea Caccìa per Ravenna ed Emanuela Cappellari per Faenza e Cervia.