Lascia le tue…Impronte di Pace, con i sandali palestinesi

Il mese di maggio si è chiuso con l’esplosione del caldo e finalmente possiamo liberarci delle scarpe: per trovare un’alternativa etica a ciabattine e sandali convenzionali il Villaggio Globale vi propone anche quest’anno gli ormai noti e richiestissimi sandali palestinesi di Peace Steps!
In cuoio, comodi e resistenti, li trovate già disponibili in via Venezia in diversi modelli e con un buon assortimento di numeri, sia da donna che da uomo.
Un prodotto utile e realizzato con cura per un progetto che ha permesso di creare posti di lavoro in un contesto, quello dei Campi Profughi, dove la disoccupazione raggiunge livelli drammatici e dove la maggior parte delle famiglie sopravvive grazie agli aiuti umanitari internazionali, restituendo così dignità e autonomia alle comunità locali.
Modello in legnoLa Palestina è infatti una terra ricca di risorse possibili, intellettuali ed umane, ma devastata da un conflitto senza fine. Qui nel 2009 la cooperativa Nazca di Milano e l’associazione Vento di Terra onlus hanno dato vita al progetto “Impronte di Pace”, con l’intento di costituire all’interno del campo profughi di Kalandia (Ramallah) una realtà produttiva per la lavorazione del cuoio. Così, dopo aver trovato i locali, selezionato i lavoratori (scelti tra le persone più bisognose del campo), e acquistato i macchinari necessari, è nata Peace Steps, cooperativa no-profit, dalla quale Nazca importa i sandali nel rispetto dei criteri del commercio equo e solidale.
Per un progetto doppiamente solidale, ogni sandalo viene venduto all’interno dei sacchetti cuciti e poi ricamati a mano, frutto del lavoro delle donne dell’associazione Al Quds del Campo Profughi di Shu’Fat, nei pressi di Gerusalemme, e l’utile viene reinvestito nella creazione di servizi educativi per bambini e ragazzi dei Campi.
Per vedere le foto degli artigiani all’opera e i sandali e ciabatte presenti a catalogo, cliccate qui.
Per vederli e toccarli con mano, e soprattutto per provarli, non vi resta che venire in Bottega a Ravenna, in via Venezia 26.
E se tra quelli disponibili in negozio non c’è quello che vi piace e che vi calza al meglio, nessun problema: potete sempre prenotarli guardando il catalogo e ve li ordineremo appositamente!
Per ulteriori info contattateci allo 0544 219377 oppure all’indirizzo commerciale@villaggioglobale.ra.it

CAMPO PROFUGHI DI SHU’FAT
shufatShu’fat Refugee Camp è un campo profughi situato a circa 4 Km da Gerusalemme. Circondato da insediamenti israeliani,ospita circa 24 mila persone su di un’estensione di poco più di un chilometro quadrato. Di queste, solo 10.069 sono rifugiati legalmente riconosciuti. Shu’fat è nato nel 1966, quando la popolazione palestinese dell’attuale quartiere ebraico di Gerusalemme venne forzosamente spostata dal Governo giordano in collaborazione con le Nazioni Unite, promettendole che avrebbe avuto case da abitare e terra da coltivare. Con la guerra del 1967 e l’occupazione militare israeliana di Geruslemme e della Cisgiordania, nuovi profughi si sono aggiunti ai primi: la popolazione è aumentata, ma non la dimensione del campo, ed anzi, sono gli insediamenti coloniali ad avanzare. Inoltre, ai confini del campo, ben definiti geograficamente e non estendibili, è in via di ultimazione il muro costruito da Israele. Si tratta di un serpente di cemento armato alto 9 metri, che lo chiude a goccia e lo separa dall’area urbana di Gerusalemme. La popolazione, in costante aumento, è destinata a vedere progressivamente erosi i propri diritti basilari: mobilità, istruzione, occupazione, assistenza sanitaria. I dati Unicef evidenziano un terzo dei minori affetti da malnutrizione. Nel campo si segnala una grave incidenza di patologie intestinali e respiratorie, dovute alla scarsa qualità dell’acqua e ai problemi di smaltimento dell’immondizia. Particolarmente significativi nell’ultimo periodo i disturbi comportamentali legati al clima di violenza generalizzato. Infatti, oltre all’aspetto più prettamente economico, gli effetti dell’occupazione militare e il protrarsi del conflitto influenzano le relazioni sociali.
CAMPO PROFUGHI DI KALANDIA
KalandiaIl campo profughi di Kalandia è situato sulla strada di collegamento tra Gerusalemme e Ramallah, adiacente al check point israeliano che separa Gerusalemme dalla Cisgiordania del Nord. Il campo è stato fondato nel 1949. Il numero dei profughi ufficiali si attesta sui 10.024 abitanti, a cui vanno aggiunti altre migliaia di profughi, stimate su circa 10 mila presenze “non ufficiali”, trasferitisi nel campo allo scopo di sfruttare la sua vicinanza a Gerusalemme, creando una situazione del tutto simile a quella del campo di Shu’fat. Solo i profughi ufficiali hanno la possibilità di accedere a Gerusalemme, avendo una carta d’identità rilasciata dal Governo israeliano, che permette loro di passare il check point. L’altra metà della popolazione è costretta a gravitare su Ramallah, città già allo stremo economico e carente di servizi. Tale situazione contribuisce a mantenere un altissimo livello di disoccupazione. Dato il sovraffollamento, la cronica carenza di servizi e la situazione di tensione dovuta alla vicinanza al grande check point israeliano, la situazione generale del campo appare disastrosa. E’ particolarmente preoccupante la situazione dei minori, e la parziale chiusura dell’unico centro giovani, impossibilitato a sviluppare le attività in modo continuativo a causa dell’inadeguatezza delle strutture e dell’assenza totale di fondi, rappresenta un segnale di ulteriore disagio.