Impronte di Pace: i sandali dalla Palestina

La cooperativa Nazca, in collaborazione con l’associazione italiana Vento di Terra, sostiene questo progetto con l’obiettivo di sviluppare le attività produttive locali e perchè grazie alle risorse generate vengano finanziati progetti educativi nei campi profughi di Shu‘fat (Gerusalemme) e Kalandia (Ramallah).I campi profughi palestinesi evidenziano un quadro economico e sociale decisamente drammatico, soprattutto la condizione dei minori è estremamente critica per l’assenza di ambiti e iniziative sociali, culturali, educative a loro dedicati. In questo contesto il progetto “Crescere in Pace” dell’associazione Vento di Terra è una risposta affinchè i giovani palestinesi possano sperimentare esperienze sociali alternative alla logica della violenza.

CAMPO PROFUGHI DI SHU’FAT

Shu’fat Refugee Camp è un campo profughi situato a circa 4 km. da Gerusalemme. Circondato da insediamenti israeliani,ospita circa 24 mila persone su di un’estensione di poco più di un chilometro quadrato. Di queste, solo 10.069 sono rifugiati legalmente riconosciuti. Shu’fat è nato nel 1966, quando la popolazione palestinese dell’attuale quartiere ebraico di Gerusalemme venne forzosamente spostata dal Governo giordano in collaborazione con le Nazioni Unite, promettendole che avrebbe avuto case da abitare e terra da coltivare. Con la guerra del 1967 e l’occupazione militare israeliana di Geruslemme e della Cisgiordania, nuovi profughi si sono aggiunti ai primi: la popolazione è aumentata, ma non la dimensione del campo, ed anzi, sono gli insediamenti coloniali ad avanzare. Inoltre, ai confini del campo, ben definiti geograficamente e non estendibili, è in via di ultimazione il muro costruito da Israele. Si tratta di un serpente di cemento armato alto 9 metri, che lo chiude a goccia e lo separa dall’area urbana di Gerusalemme. La popolazione, in costante aumento, è destinata a vedere progressivamente erosi i propri diritti basilari: mobilità, istruzione, occupazione, assistenza sanitaria. I dati Unicef evidenziano un terzo dei minori affetti da malnutrizione. Nel campo si segnala una grave incidenza di patologie intestinali e respiratorie, dovute alla scarsa qualità dell’acqua e ai problemi di smaltimento dell’immondizia. Particolarmente significativi nell’ultimo periodo i disturbi comportamentali legati al clima di violenza generalizzato. Infatti, oltre all’aspetto più prettamente economico, gli effetti dell’occupazione militare e il protrarsi del conflitto influenzano le relazioni sociali.

CAMPO PROFUGHI DI KALANDIA

Il campo profughi di Kalandia è situato sulla strada di collegamento tra Gerusalemme e Ramallah, adiacente al check point israeliano che separa Gerusalemme dalla Cisgiordania del Nord. Il campo è stato fondato nel 1949. Il numero dei profughi ufficiali si attesta sui 10.024 abitanti, a cui vanno aggiunti altre migliaia di profughi, stimate su circa 10 mila presenze “non ufficiali”, trasferitisi nel campo allo scopo di sfruttare la sua vicinanza a Gerusalemme, creando una situazione del tutto simile a quella del campo di Shu’fat. Solo i profughi ufficiali hanno la possibilità di accedere a Gerusalemme, avendo una carta d’identità rilasciata dal Governo israeliano, che permette loro di passare il check point. L’altra metà della popolazione è costretta a gravitare su Ramallah, città già allo stremo economico e carente di servizi. Tale situazione contribuisce a mantenere un altissimo livello di disoccupazione. Dato il sovraffollamento, la cronica carenza di servizi e la situazione di tensione dovuta alla vicinanza al grande check point israeliano, la situazione generale del campo appare disastrosa. E’ particolarmente preoccupante la situazione dei minori, e la parziale chiusura dell’unico centro giovani, impossibilitato a sviluppare le attività in modo continuativo a causa dell’inadeguatezza delle strutture e dell’assenza totale di fondi, rappresenta un segnale di ulteriore disagio.