Il Villaggio nelle case popolari


Da marzo Il Villaggio Globale gestisce l’Ufficio di Mediazione sociale di ACER Ravenna, l’azienda che amministra le cosiddette “case popolari”, che nel Comune di Ravenna sono circa 2.600. Un incarico importante, che riconosce la nostra esperienza e i buoni risultati che abbiamo ottenuto nei progetti di cittadinanza attiva e di mediazione dei conflitti.
Lavorare per aiutare le persone a vivere serenamente con i vicini di casa e del quartiere contribuisce al benessere di tutti. Se abbiamo buone relazioni siamo ricchissimi!
In cosa consiste praticamente la Mediazione Sociale ACER?
Gestiamo uno sportello, aperto il Martedì dalle 9 alle 12 presso la sede di ACER di Viale Farini 26. Gli operatori accolgono su appuntamento le persone che segnalano problemi di convivenza, le persone oggetto di segnalazione e, con tutte le parti coinvolte, facilitano il riconoscimento dei problemi e il raggiungimento di accordi che possano risolverli.
Gli incontri possono avvenire presso l’ufficio o presso i caseggiati. Durante questi incontri gli operatori curano l’emersione delle problematiche e dei diversi punti di vista con un lavoro di ascolto attivo. Facilitano la riflessione sulla situazione e l’elaborazione di proposte per migliorarla. Preparano incontri tra le due (o più) parti in conflitto che gestiscono con l’obiettivo di trovare soluzioni non imposte o dettate dalla Mediazione Sociale, ma emerse dalle persone che vi si rivolgono. L’individuazione di accordi di convivenza che possano affrontare e superare i conflitti deve essere un processo limitato nel tempo e scandito da tappe precise.
Non è strano lavorare solo su conflitti e problemi?
Sì, è strano ed anche sbagliato! Per questo dedichiamo invece tanto tempo ed energie per promuovere il buon vicinato: occasioni di incontro e di convivialità, le feste dei vicini, corsi rivolti agli assegnatari delle case popolari, ri-qualifica creativa di spazi comuni…
Un altro incarico che abbiamo è l’accompagnamento dei nuovi assegnatari nelle loro case. Facciamo conoscere loro non tanto il loro appartamento e dove sono i contatori, ma soprattutto i vicini di casa.
Funziona?

Purtroppo si parla sempre troppo delle cose che vanno male e sempre troppo poco delle cose che vanno bene! Gli incontri, le feste di vicinato vanno bene: la gente partecipa, se la si coinvolge nel modo giusto, e si diverte. Si passa del tempo insieme, ci si conosce… e poi tutto diventa più facile, anche nella vita quotidiana. Cresce il rispetto reciproco e anche la soglia di tolleranza che c’è tra persona e persona, perché dai… bisogna anche accettarsi e rispettarsi!
Le feste hanno sempre avuto un ruolo importante, non solo per il divertimento, ma per tutto il resto: ci si incontrava e conosceva; si condividevano –anche ritualmente- i valori della convivenza; si assaporavano e valorizzavano i beni comuni; si ricordavano i valori fondanti delle comunità. Erano feste cariche di significati e valore.
Adesso si dà poca importanza alle feste, siamo convinti –invece- che sia necessario festeggiare di più e meglio!!!
Perché così tanti conflitti?
Negli ultimi anni per diversi motivi la società italiana è interessata da una progressiva perdita dello spirito di appartenenza alla comunità, da un rinchiudersi in una famiglia sempre più “ristretta” e da un aumento della conflittualità sociale. I grandi cambiamenti in atto nella società sono: una crisi economica non congiunturale, ma strutturale, e che richiederà profondi cambiamenti nel sistema economico, occupazionale e pensionistico; le contraddizioni di uno stile di vita consumistico ed individualistico che porta a chiusura e disinvestire dai rapporti familiari e di comunità; l’aumento delle persone anziane che vivono sole e a volte con una fragile rete familiare; l’aumento del numero di immigrati che si inseriscono faticosamente nel mondo lavorativo e nella società.
Una situazione di grandi cambiamenti, poche certezze, dove l’incontro di codici di comportamento, mentalità, stili di vita diversi rende spesso difficile la convivenza serena tra concittadini e vicini di casa. Non si tratta certo di esclusive degli assegnatari ACER, ma in parte essi – in quanto strato meno agiato della società – ne provano più da vicino il disagio.
E’ la prima volta che ACER si occupa di queste cose?
Da sempre ACER Ravenna lavora per garantire agli assegnatari buoni alloggi e un clima positivo di convivenza. Negli ultimi anni, complice l’esperienza di anni maturata dal Servizio URP, ha prima sperimentato per un breve periodo il progetto pilota “AcCERtiamoci” realizzato dalla nostra cooperativa sociale e poi un più corposo Servizio di Mediazione Sociale con il progetto “Abitare la distanza”.
Il primo ha avuto il merito di coinvolgere in breve tempo gli assegnatari di Via Eraclea in un percorso di riflessione rispetto alla convivenza tra persone diverse, di emersione dei problemi e di individuazione di soluzioni possibili. Il progetto si è posto l’obiettivo di decidere con i condomini l’utilizzo di due spazi comuni condominiali ricavando molte idee e un forte interesse, come è stato possibile vedere nell’affollato incontro pubblico organizzato nel 2008. “AcCERtiamoci” ha anche sperimentato elementi di animazione sociale, coinvolgendo una decina di giovani di alloggi ACER nella realizzazione di una mostra fotografica “L’ aMiCà” sul rapporto di affetto e amicizia tra i giovani e la loro casa, nonostante i problemi non nascosti. E’ stata inoltre organizzata una festa di quartiere insieme al centro Sociale La quercia e diverse associazioni di immigrati, in Piazza Medaglie d’oro.