Alla scoperta dello zucchero Mascobado

Lo zucchero di canna è estratto dalla canna da zucchero, una pianta tropicale della famiglia delle Poaceae, originaria del Sud Est asiatico. Viene estratto direttamente dalla bollitura del succo, che si ottiene torchiando la canna.

Il suo nome deriva dalla parola araba sukkur. Le prime coltivazioni di canna da zucchero furono in Asia e nella Nuova Guinea, alcuni millenni a.C.
Le tecniche per fare lo zucchero grezzo furono sviluppate verso il 500 a.C. e fu poi introdotto in Europa solo nel III secolo a.C., portato da Alessandro Magno: Neardo, generale di Alessandro Magno, scrisse “Vi è un giunco in India che stilla senza bisogno di api e dal quale si estrae una bevanda inebriante nonostante non produca frutti” (327 a.C.)

Il MASCOBADO è zucchero di canna integrale e biologico dalle Filippine: è prodotto per evaporazione secondo un antico metodo artigianale, vero segreto della sua grande qualità.

Il suo aroma è caratterizzato da uno speciale sentore di liquirizia; non è raffinato ne sbiancato e per questo preserva tutte le sue qualità nutritive.

Nei prodotti ALTROMERCATO troviamo il Mascobado nei biscotti al miele, nella Chokola e in tutte le cioccolate della linea Mascao.

Era il 1991 quando 25 donne di Gabriela, rete di movimenti per la promozione dei diritti delle donne, fondarono nelle Filippine il Panay Fair Trade Center, meglio conosciuto come PFTC. L’organizzazione è cresciuta costantemente negli anni, fino a diventare il primo esportatore di zucchero Mascobado dell’isola di Panay: oggi vi lavorano oltre 500 persone, sono stati costruiti 6 mulini per la spremitura delle canne da zucchero e la produzione dello zucchero supera le 1.000 tonnellate all’anno. I piccoli contadini si sono affrancati dalla dipendenza dai latifondisti e lo zucchero integrale di canna bio “Mascobado” è il simbolo dell’indipendenza raggiunta dai contadini, le loro famiglie e le molte comunità coinvolte. PFTC non solo ha migliorato le condizioni di vita di più di 3.000 famiglie sull’isola di Panay, ma ha portato avanti processi di “empowerment”, di presa di coscienza, ha dato visibilità a tematiche politico-sociali, in un’ottica di sviluppo democratico e sostenibile.

IL PREZZO DELLA GIUSTIZIA SOCIALE

Nelle Filippine i difensori dei diritti umani e i giornalisti vengono costantemente minacciati e rischiano la vita mentre svolgano il loro lavoro, come riportato da numerosi media e da Amnesty International. Purtroppo anche con il nuovo presidente Duterte le uccisioni extragiudiziali non sono diminuite e le indagini per la ricerca dei colpevoli sono lacunose, se non vacue. In questa pesante situazione politico-sociale che perdura da anni, purtroppo anche PFTC ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Nel 2014 Romeo Capalla, presidente di PFTC, e Dionisio Garete, capo villaggio e membro della Kamada Farmer’s Association – sono stati assassinati e nel 2009 Maria Luisa Posa Dominado e Nilo Arado, due collaboratori, sono misteriosamente “scomparsi” e di loro non si sa più nulla.  Nel 2018 è stato ucciso Felix Salditos, marito di Ruth Saliditos, e altri sei attivisti. Nel 2020 è stato assassinato Jory Porquia, l’architetto che aveva progettato i mulini in cui viene macinato lo zucchero Mascobado.  A tutt’oggi non ci sono colpevoli per gli omicidi di Romeo, Dionisio, Felix, Jory e per la sparizione di Maria Luisa e Nilo, nonostante le petizioni internazionali, promosse anche da Altromercato, e le numerose proteste di gran parte della società civile dell’isola di Iloilo.  La loro unica “colpa” è di essersi  impegnati per la giustizia sociale, per tutelare la democrazia, i diritti delle comunità indigene e l’autodeterminazione delle comunità.