Non solo Sud del mondo: arriva il Solidale Italiano


Già da tempo nella rete delle Botteghe potete trovare i prodotti di Libera Terra: olio, vino, pasta e altri prodotti biologici realizzati nel nostro Sud, con materie prime coltivate sui terreni confiscati alla mafia.
Crediamo infatti che il modello ormai consolidato del commercio equo, basato su un sistema di relazioni commerciali trasparenti e continuative con i produttori marginalizzati in Africa, Asia e America Latina, possa essere applicato anche a tante realtà produttive italiane come cooperative sociali e organizzazioni dell’economia carceraria, impegnate in progetti di riscatto sociale e sviluppo locale.
Da questa idea nasce la linea Solidale italiano, che in queste settimane sbarcherà sugli scaffali delle nostre Botteghe con l’obiettivo di valorizzare e dare visibilità a una serie di prodotti alimentari nati dalle tradizioni artigianali del nostro Paese, realizzati in regioni e contesti differenti, ma accomunati dal progetto di costruzione di un’economia di giustizia.
Così, insieme agli ultimi nati delle cooperative di Libera Terra, come il limoncello con limoni di Sicilia e zucchero di canna equosolidale del Costa Rica, o il pesto piccante dai produttori che lavorano in Calabria sui terreni confiscati alla Camorra, potrete acquistare in Bottega anche prodotti delle economie carcerarie, realizzati all’interno dei centri di reclusione.
damotti - economia carcerariaQuattro finora i centri di detenzione coinvolti nella rete di Altromercato, dall’Umbria alla Puglia al Piemonte, alla Sicilia. I loro laboratori sfornano ogni giorno biscotti, taralli e altre leccornie, tutti nati dalle tradizioni del territorio e con un’alta attenzione alla qualità, come le mandorle di Avola biologiche, tostate e confezionate all’interno della Casa Circondariale di Siracusa. O come i Damotti della “Banda Biscotti”, morbidi frollini a scacchiera realizzati dai detenuti del laboratorio di pasticceria nel carcere di Verbania, con uova e burro freschi e polvere di cacao.
Come ha spiegato alla fiera “Fa’ la cosa giusta” il coordinatore della cooperativa sociale “Divieto di sosta”, da cui nasce il progetto dalla Banda Biscotti, il bello è che si può fare un gesto di grande valore politico facendo colazione, dimostrando come sia possibile dare all’esperienza carceraria una funzione non solo punitiva ma anche rieducativa, e come da queste esperienze possano essere superati i pregiudizi, modificando anche i meccanismi interni del sistema carcerario. Così, dall’iniziale diffidenza, oggi gli stessi secondini del carcere si sentono parte del progetto e chiedono preoccupati: “ Ma allora, ce la facciamo a fare i biscotti per Altromercato?”…perchè a volte il successo di un progetto lo può dire anche l’uso di un “noi” al posto di un “voi”.
Il valore sociale di questi progetti è incalcolabile, perché garantiscono ai detenuti una possibilità di riscatto attraverso un percorso di formazione professionale e un lavoro qualificato e retribuito. La loro bontà la potrete scoprire da soli, comprandoli in Bottega!